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Giovamnni Poggi

17 settembre 2023


16 ottobre 1932 - 15 settebre 2023 GIOVANNI POGGI CERAMICHE SAN GIORGIO

E' crollata una colonna della ceramica del Novecento Albisolese, Giovanni Poggi delle ceramiche San Giorgio è passato alla vita eterna, improvvisamente venerdì 15 ottobre 2023, ignaro del detto N´ di venere, n´ di marte non si sposa n´ si parte, n´ si dà principio all'arte. 

Quell'arte che lui ha seguito assieme all'amico socio Eliseo Salino scomparso nel 1999. 
Giovanni era oggi decano dei ceramisti albisolesi e titolare delle Ceramiche San Giorgio, nate nel 1958 (autorevoli fondatori furono Mario Pastorino, Giovanni Poggi, Eliseo Salino, amico e già collaboratore della MGA da cui nacquero 21 aziende di cui ancora oggi 5 in attività):

Lui, il figlio Matteo, la cognata Silvana, il fratello Piero sono oggi chiamati al prosieguo, con la collaborazione delle nipote Simona.

Giovanni ha fornito supporto tecnico e capacità artigianali esecutive a tanti artisti che con la San Giorgio collaborarono, cito fra le migliaia di essi alcuni nome luminescenti : Asger Jorn, Wifredo Lam, Mario Rossello, Agenore Fabbri 

Egli come titolare della San Giorgio, fece parte dell'Associazione Ceramisti di Albisola e delle Rete d'Impresa Made in Albisola; fu ceramista e titolare di bottega di antica formazione, quando ancora il segreto di bottega e il silenzio detentore del sapere da distribuire centellinato con cura e attenzione la faceva da padrone.

In questo sicuramente era maestro come lo era nell'arte del tornio e dell'istrionismo, capace di ammaliare illuminandosi di un'aurea di modestia, spesso irriverente verso la sua stessa grandezza, ma usata da alchimista sapiente per ritagliarsi una posizione indiscussa nel panorama della ceramica italiana e non solo come collaboratore di grandi firme.

In fondo era un buono, spero anche capace di aver creato i presupposti perch´ la San Giorgio continui la sua gloriosa storia, sicuramente era una condottiero autorevole e amato dalle istituzioni che lo vedevano come interlocutore disponibile.

Non sempre sono stato d'accordo con le sue posizioni, ultima delle quali il docu-film intitolato IL SOTTOBOSCO.
Non ne fui entusiasta, perch´ egli non era "sottobosco", ma terreno fertile nel quale gli artisti, spesso ignari del saper toccare l'argilla, potevano attingere il sapere come esprimersi in ceramica. La dignità non è accessorio, ma dovere.
https://www.sottobosco-docufilm.it/

Ma Giovanni era così, sapeva essere umile per ottenere considerazione e ruolo, un vero istrione.
Un ruolo lo aveva sicuramente, è/era una delle colonne su cui oggi Albisola si reggeva. 

Egli ha un figlio Matteo insignito del premio Pozzo Garitta nel 2007, come capace torniante.
Per lui ci sarò sempre.

Oggi ero al funerale nonostante non mi piaccia andare ai funerali, ne nei cimiteri, ma il dovere chiama a volte. 
Amo la vita, consapevole che essa finirà almeno per me, prima o poi. Spero il più tardi possibile, ma anche se fosse domani accetterei l'inevitabile sentenza con la serenità di chi ha vissuto tenendo sempre il piede giù, a tavoletta nelle curve della vita. Il rischio paga sempre; è un credo, una luce che seguo come una fede che da oriente viaggia vero ponente nel moto perpetuo del pianeta terra e della nostra vita. Sorge il sole e poi tramonta; unico credo assoluto ... rischia sempre e viviti il presente, che poi è l'unica cosa reale. Ma siccome nella vita esistono gli opposti, il bianco e il nero, la luce e le tenebre, il giusto e lo sbagliato, se esiste il presente esisteranno anche i sogni, le aspirazioni, i progetti che ci spingono sempre a rischiare per ottenere il massimo, per servire il nostro territorio.

Scrivevo quasi vent'anni fa nel 2005, della scomparsa di Esa Mazzotti e di altri autori della ceramica di Albisola, nello stesso anno in cui mio padre lasciava la conduzione della ditta Mazzotti a me, scrivevo che era giunto il tempo delle nostre responsabilità.
http://www.fondazione.gmazzotti1903.it/2005---ora-non-ci-sono-piu-dubbi.html

La chiesa era gremita, il sagrato invaso da gente, ho parlato con tante persone, fra cui Cecilia Chilosi, Ernesto Canepa e Fabio Fazio. Con tutti ci siamo detti i convenevoli "sapevamo che sarebbe successo, avremmo voluto non succedesse mai" ma sapevamo benissimo che stavamo dicendo quelle ovvietà quelle che spesso si dicono per non affrontare i veri problemi, ma poi con una stretta di mano e un abbraccio ci siamo detti la verità ... è come se in un edificio avessero tolto una colonna ... come se da un automobile avessero tolto una ruota, come se da una figura totale avessero tolto un braccio o una gamba.

Oggi Albisola è più povera, manca Giovanni Poggi, ripeto ciò che scrissi 20 anni fa, prendiamoci le nostre responsabilità e favoriamo la crescita dei giovani, invece di parole lavoriamo a apriamo i nostri cuori e le nostre menti. 

Oggi tocca a noi fare pulizia nella dispensa e rinnovare energie e progetti.

Tullio



Autore: cenacolodeglialfabeti Presidente




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